NOTIZIARIO

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lunedì 15 giugno 2020

SCUOLA. DOCENTI FUORI SEDE, INTERVIENE FLORA DI DATO- DIRIGENTE ONDA DEMOS


DOCENTI FUORI SEDE CHIEDONO IL RIENTRO NELLE REGIONI DI APPARTENENZA..
Si tratta di quei docenti che hanno avuto il tanto agognato ruolo a seguito del piano di assunzioni straordinario ex L.107/2015 (scuola primaria, secondaria I e II grado) e DM 496 del 22 giugno 2016 (scuola dell’infanzia) e titolari, per il tramite del famoso algoritmo “impazzito”, fuori regione e portati a fare scelte (la non accettazione avrebbe portato all’espunsione dalle rispettive graduatorie di merito e ad esaurimento)di cui oggi ne pagano ancora le conseguenze. Ma da allora tanta acqua è passata sotto i ponti, tante leggi sono cambiate e fa molto male assistere ad un Governo che non ascolta, non fa nulla, per intervenire su una questione semplice, lineare, affermata anche dalla legge perché non ha un tornaconto, cioè far rientrare i docenti da anni fuori sede.
-In primo luogo occorre mettere ordine tra la fase della mobilità e quella delle nuove assunzioni dando la possibilità ai docenti fuori sede, da 4-5 anni, di rientrare nella propria regione alla luce delle cattedre libere. -Occorre un Piano di rientro definitivo da realizzare per tutti i docenti assunti fuori dalla propria regione o tramite un decreto specifico ed un incremento considerevole della quota posti riservata alla mobilità interprovinciale nel futuro CCNL (il 30% sancito negli ultimi contratti collettivi, con i numeri in gioco, non può evidentemente bastare).
-Trasformare tutti i posti in organico di fatto (non stabili ma necessari alla scuola ogni anno)e dei posti in deroga sul sostegno in posti di diritto (cioè stabili). -Istituire un numero maggiore di sezioni per l’infanzia perché da lì nascono le pari opportunità.
-Ampliare il tempo-scuola per offrire maggiori opportunità formative alle giovani generazioni, in una terra dove è opportuno coltivare valori di legalità, onestà e trasparenza con più incisività.
-Ridurre il numero di alunni per ogni sezione/classe per garantire il diritto allo studio,facendo leva sulla normativa alla sicurezza. Visto che a settembre, con ogni probabilità, si tornerà in cattedra e che migliaia di docenti sono rientrati nelle proprie regioni a causa del Covid-19, per l’appunto, se il Governo mettesse in pratica gli interventi succitati, porrebbe fine a questo esodo interminabile. Di certo la notizia di un docente trasferito non ha alcuna rilevanza. Nessun giornale o telegiornale ne dà notizia.
 
Se invece si tratta di immissioni in ruolo viene riportata per giorni e giorni da tutti i mass-media; il CCNL esplicita chiaramente che il primo movimento è la mobilità su tutti i posti disponibili e vacanti e, solo dopo, procedere alle immissioni in ruolo. Ad oggi questo principio è disatteso e non del tutto chiaro…
 
Alle famiglie dei docenti fuori sede non servono le parole;a queste famiglie occorrono stipendi integri e serenità, quella che manca da anni.

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