NOTIZIARIO

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venerdì 10 agosto 2018

PIEDIMONTE MATESE. RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO UNA LETTERA APERTA DI UNA CITTADINA PIEDIMONTESE...



RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO...
"Sequel della triste e macabra vicenda. Anziano aguzzino, impiegato presso struttura sanitario del capoluogo matesino,perseguita per anni la zia, deceduta nel 2014, la figlia di costei -sua cugina- e relativa nipote. Tutto per impossessarsi dei loro beni. Parlammo della vicenda, pubblicata su vari quotidiani on-line: prima del di sua maestà Giancarlus Quintus., il turpe protagonista della storia, intenta due cause, farcite di torbide bugie, contro la zia, per depauperarla di tutti i suoi beni, nonostante abbia goduto di favori economici per buona parte della sua vita. Poi, con l’aiuto di un ex noto politico pregiudicato, tramano un cambio toponomastica della zona relativa agli immobili “del desiderio”, per creare disordini di identificazione dei beni in corso di causa legale (di fatti è stato gonfiato il patrimonio dell’anziana donna di beni che nemmeno possedeva per rendere più grossa la fetta di beni da poter assegnare al turpe nipote).
Dopo anni di minacce, dopo tentativi di far fuori la cugina, ammalata ma pienamente lucida e consapevole, con TSO discussi a tavolino assieme a operatori ospedalieri e sociali -ma mai permessi dalla figlia, nemmeno sotto costrizione- questi si accanisce proprio contro quest’ultima erede, l’unica figlia della cugina, perseguitandola con minacce e dispetti, arrivando ad ordire sordite cospirazioni finalizzate alla distruzione della giovane donna. Lo zio degli orrori viola persino il domicilio scassinando porte. La ragazza, sola con la madre, chiede aiuto alle forze dell’Ordine, le quali ancora indagano sull’incredibile quanto raggelante vicenda.
Sul cambio di toponomastica e le implicazioni legali, connessi persino ad un tentativo di estorsione forzata del bene per favorire una ditta intenzionata ad acquistarlo contro il volere delle proprietarie, attraverso forme di estorsione e mobbing, indaga la Guardia di Finanza.
Non risulta reperibile in via ufficiale la delibera relativa cambio di toponomastica del 2011 -anno precedente alle sentenze delle cause intentate dallo zio truffatore- nè si sa da chi sia stata richiesta e perché. La giovane donna riferisce di aver parlato al Comune di questo cambio nel 2016, prima dell’arresto dell’ex Sindaco, il quale il giorno stesso della Comunicazione -a distanza di 5 anni dalla fantomatica delibera- pubblica un manifesto nell’atrio d’ingresso dell’edificio Comunale dicendo d’essersi “dimenticato” d’avvisare.
La triste vicenda di donne sole -e proprio perché sole vittime di abuso di potere, violenze psicologiche inaudite, danni patrimoniali, furti, truffe e dispetti degni della miglior regia per un film fantasy- ancora non giunge al termine (indagini di Carabinieri e Guardia di Finanza sono in corso) e all’epilogo che segni una conclusione alla truce vicenda, che dura da ben tre generazioni.
La realtà supera la fantasia, benvenuti al teatro degli orrori!"
 

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